Durante i primi quattro giorni della GMG, l’obiettivo primario era semplice e prezioso: promuovere autentici incontri con Cristo. Circa un milione e mezzo di giovani partecipanti hanno avuto l’opportunità di entrare in oltre 150 case, rappresentanti vari movimenti, associazioni, comunità, ordini religiosi e progetti sociali. Questo incredibile incontro con la varietà di carismi che costellano il giardino della Chiesa ha permesso loro di confrontarsi con diverse esperienze di autentica gioia cristiana. Questi momenti li hanno ispirati a intraprendere il percorso personale come risposta al richiamo di un Dio che chiama ognuno per nome.
Nell’atmosfera semplice e profonda di questi incontri, i confratelli del Seraphicum hanno incontrato le ondate di giovani provenienti da ogni angolo del mondo, che hanno invaso Lisbona con un’energia contagiosa. Molti di loro si sono fermati per porre domande su Dio, su Cristo, sulla fede, sui santi, sul nostro Ordine, sulla vita religiosa e sulla nostra vocazione. In altre parole, hanno chiesto il motivo per cui si sceglie di diventare frati e lasciare tutto. Molti avevano bisogno di essere ascoltati, mentre altri erano desiderosi di ascoltare i confratelli. Non erano affatto pochi coloro che hanno unito le loro mani a quelle dei frati, condividendo preghiere e abbracci.
I piccoli santini che sono stati distribuiti, raffiguranti figure come Francesco, Chiara, Antonio, Massimiliano Kolbe, Giuseppe da Copertino e Beatrice de Silva, in diverse lingue, hanno agito come preziosi ponti per rompere il ghiaccio ed instaurare un autentico dialogo. La gente ha desiderato riceverli come ricordo, alcuni li hanno cercati per approfondire le storie dei Santi scelti, mentre altri si sono appassionati ad ascoltare i momenti salienti delle loro vite straordinarie.
In conclusione, questo servizio ha investito i confratelli di nuove forze e fresche energie, ha pervaso tutti di gioia immensa e di gratitudine infinita. Questa esperienza ha arricchito di nuove prospettive. L’invito di Papa Francesco ai giovani “non temete”, ripetuto tante volte durante quelli giorni ma anche con forza durante la Messa conclusiva, ha infuso la consapevolezza di vivere questo invito da giovani frati. Non bisogna temere di stare tra le persone che desiderano incontrare i frati, e che vogliono incontrare Gesù attraverso la loro vita donata.
I frati del Seraphicum